Ti senti sfortunato. Ti rassegni
davanti all'idea che la tua gioventù è stata una merda in confronto
alla sua.
Un tedesco ha passato gli anni in una
scuola con la palestra, piscina, campi da calcio, basket, pallavolo,
attività extrascolastiche tipo lingue e sport. Tu invece andavi in
una scuola dove in classe ti tenevi la giaccia perché i termosifoni
non funzionavano e le finestre erano rotte, la tua scuola non aveva
palestra, la prof di storia ti raccontava la sua versione ed i prof
di lingua non parlavano che italiano.
Una volta all'università il tedesco
non paga nessuna retta (nella maggior parte dei Land, anche se ora
pare che le rette stiano vendendo abolite ovunque), ha l'opportità
di trovare un minijob (450 € lordi e netti perché non soggetti a
tasse, di 40 ore al mese), o un lavoro a tempo parziale che non gli
impedisca di studiare e che gli permetta di sostenersi economicamente
durante il tempo degli studi, che, nella maggior parte dei casi, può
permettersi di fare in una città diversa da quella in cui è
cresciuto. Può creare lui stesso il suo corso di studi, e può far
coincidere due percorsi differenti insieme (Hauptfach, Nebenfach).
Nella maggior parte dei casi non compra molti libri, studia su
e-learning e su fotocopie provvedute dai docenti.
In Italia invece le rette le paghi
ovunque, puoi essere esentato solamente se presenti domanda per
tempo. Ma i soldi della borsa di studio arrivano con un anno di
ritardo. Studi nell'università più vicina a te, non studi ciò che
ti piace, ma studi la cosa che, tra l'offerta formativa limitata a
quell'università, ti conviene di più. E per recarti all'università
più vicina a te continui a vivere a casa dei tuoi, e prendi il
trasporto pubblico tutti i giorni. Non arrivi mai in orario, sei lì
sempre troppo presto o troppo tardi. A volte neanche arrivi, perché
il tuo treno/bus si è rotto nel bel mezzo del nulla.
Lavori mentre studi, ma fai troppe ore
e non riesci a concentrarti. E i soldi che guadagni non riescono a
coprire tutte le spese. O ti trasferisci in una città lontana per
studiare, chiedendo aiuto a genitori/parenti/doppi lavori/santi
protettori che ti aiutino a coprire le spese.
Non capisci perché una stanza a Roma
periferia costi come un monolocale in centro a Berlino.
I corsi che segui spesso non sono
quelli che ti appassionano di più, sono semplicemente gli unici che
ancora non sono stati chiusi per mancanza di denaro/docenti/dignità.
Alcuni dei tuoi professori ti chiederanno di procurarti libri del
1600 scritti in norreno dei quali sono presenti solo 6 esemplari che
si trovano attualmente nelle isole Fær Øer.
Dovrai metterti in contatto con la casa
editrice e convincerli a spedirtelo. Al più presto possibile. Al
modico prezzo di 400 corone + 300 di spese di spedizione. Pagabili
solo in contanti. Tramite un pinguino viaggiatore.
Il tedesco prende
varie lauree, perché l'università è fica e lo coinvolge in
interessanti progetti di ricerca. RETRIBUITI.
L'italiano si laurea
in fretta e passa il suo primo mese da laureato in un centro di
disintossicazione dal caffè riflettendo a come poter applicare la
sua laurea nell'ambito lavorativo.
Il tedesco a questo
punto prosegue la sua carriera artistica/sportiva la quale non ha
dovuto abbandonare durante gli anni di studio, ma anzi, ha potuto
coltivare senza problemi (palestre gratuite per studenti, abbonamenti
a club sportivi a prezzi vantaggiosissimi).
L'italiano può
dedicarsi all'arte e allo sport solo nel tempo libero dalla ricerca
del lavoro. Ovvero mai. O 5 minuti al mese.
L'ingresso al
mercato del lavoro di un tedesco avviene per telefonata. Ma non si
tratta della telefonata di quello zio padre di tuo cugino di secondo
grado che lavora al comune in cui lo esorti a darti la sua benedetta
raccomandazione. No. È una grande azienda, un ente governativo, un
qualcuno che ti offre un posto perché ha letto la tua tesi o ha
parlato con un tuo professore universitario.
Il giovane tedesco è
dubbioso, non sa se accettare la proposta di junior manager della
BMW, remunerato 2000€ al mese, o se unirsi alla squadra di
ingenieri che lavorano per il più grande centro di ricerca della
Germania, remunerato 1800 €.
L'italiano intanto
non ci pensa due volte di fronte all'offerta per lavorare al
chioschetto al mare, pagato 900 € al mese. In nero. Novecento euro
sono tanti. Ma un quarto di questi soldi verrano impiegati in benzina
per raggiungere quel chioschetto in culo alla luna. Ed una volta
finita l'estate, il giovane laureato torna a buttarsi a letto,
esasperato, e con 200 € di risparmi nel cassetto. Magari se ne
andrà in un altro paese, dove sarà considerato una nullità, perché
non domina la lingua, non conosce la legislazione, non ha amici e
farà un lavoro considerato inferiore dove guadagnerà uno stipendio
che i locali vedono inferiore, ma che paragonato con i 900€ al nero
è come una vincita al lotto. E magari incontrerà un tedesco,
metteranno a confronto le loro esperienze e lui, come me adesso, si
domanderà: “perché cazzo sono dovuto nascere io in Italia?”.